sabato 28 dicembre 2013

Bioshock: Infinite


Irrational Game è lo studio che ha decretato un punto di svolta nell'industria videoludica. Bioshock era riuscito a introdurre una componente emozionale così forte che fu necessario rivalutare le effettive possibilità che questi prodotti sono in grado di avere sulla propria utenza. E dopo tanti anni e un sequel, Ken Levine è tornato con Infinite, ritornando ancora una volta a lasciare un segno indelebile nei nostri cuori.
Bucker DeWitt è uno sbandato. Sommerso dai debiti, gli viene concessa l'ultima possibilità per liberarsi del fardello, ma ad una condizione: portare via una ragazza di nome Elizabeth dalla città di Columbia. Dopo aver scoperto che la città in questione si trova SOPRA le nuvole, Bucker trova la ragazza, per poi ritrovarsi braccato dall'intero corpo poliziesco comandato dal Profetta Zachary Comstock. Non è finita qui, perchè anche la ragazza nasconde segreti e abilità che porteranno il protagonista in un viaggio misterioso e epico che lo porterà a esaminare la sua intera vita come uomo fallito.
La narrativa è l'ossatura su cui tutto il titolo regge. Dopo un introduzione che strizza l'occhiolino al capostipite della serie, le ambientazioni e situazioni a cui faremo fronte saranno molto più ricche rispetto al passato. Colori caldi, archittetture anni 20, razzismo e forte religiosità: Columbia incarna perfettamente lo stereotipo delle Americhe del primo Novecento criticandone gli aspetti limitanti e fallimentari.
Il gameplay di Bioshock: Infinite ricalca perfettamente la serie. I Vigor sono l'equivalente dei Plasmidi e si potranno portare solamente due armi alla volta. Quindi la scelta diventa più oculata a seconda delle situazioni e mantiene comunque una varietà ampissima, visti i poteri che vanno dalle classiche scariche elettriche al controllo di robot e torrette, o un artiglio in grado di lanciare vicino a noi i nemici e molto altro. Fin qui il sistema funziona a dovere e diverte nonostante sappia di già visto. Entra in campo Elizabeth, la protagonista indiscussa della storia e colonna portante di una bella fetta delle fasi shooting. Infatti la ragazza ci aiuterà costantemente, passandoci monete da spendere nei distributori, o munizioni quando saremo a corto di proiettili, o anche di aprire portali cambiando il campo di battaglia con elementi temporaneamente interattivi.
I nemici sono mediamente vari e alcuni di loro saranno più difficili da eliminare come per esempio gli Handyman. Però non vi è una sfida particolarmente alta alla fine proprio per via del supporto di Elizabeth la quale rende ogni sparatoria molto semplice da superare.
Oltre a questo, tutte le caratteristiche salienti di Irrational sono presenti nel titolo.
Se da questo lato Bioshock: Infinite pecca in parte, dall'altra offre una storia incredibile e personaggi fantastici. Elizabeth è probabilmente una delle comparse virtuali più sfaccettata e migliore dell'intera generazione. Prima ingenua, prenderà coscienza degli eventi attorno a lei e il rapporto con DeWitt non smetterà mai di mutare, donando un'immersione totale. Le sue abilità che la rendono in grado di creare "porte" su altri mondi trasformano il gioco in una sequenza di scatole cinesi, dove scopriremo una Columbia diversa, un Bucker diverso, anche una Elizabeth diversa. La profondità raggiungerà il culmine sul finale, dove molti potrebbero perdere il filo del discorso, ma con la giusta attenzione ci si renderà conto di tanti fattori e rimarrete a bocca aperta sia per le rivelazioni che per la morale finale, indimenticabile.
Sul piano tecnico Infinite sfoggia l'Unreal Engine ad un livello sempre ottimo di dettagli nella sua totalità. Le solite pecche sulle texture e su animazioni dei nemici non proprio convincenti rimangono, ma la direzione artistica riesce a far passare in secondo piano tutti questi fattori regalando un impatto visivo ottimo ed effetti molto curati. La localizzazione in italiano è curata e senza sbavature, seppur personalmente ho trovato la performance di Paolo De Santis non all'altezza del doppiatore originale.
Bioshock: Infinite è il giusto titolo che può chiudere questa generazione di videogiochi. Nonostante una giocabilità non perfetta e un comparto tecnico con piccoli difetti, la storia che tiene il filo delle vicende emoziona il giocatore grazie alla figura di Elizabeth e al sapiente utilizzo di uno scrittore di successo come Ken Levine. La morale finale è tra le più belle che siano mai state inserite in un videogioco e saprà darvi sensazioni difficili da reperire in un altro medium altrettanto efficace.
E' un acquisto obbligato per ogni appassionato, un prodotto che andrebbe fruito da tutti, prova materiale della potenza del videogioco in grado di farci migliorare come persone e nel nostro rapporto con il mondo.Vi lascio con l'ultimo vlog del 2013, buona visione!

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