mercoledì 30 aprile 2014

The Amazing Spider Man 2


Questo è sicuramente il cinecomic che sta facendo parlare di più l'utenza negli ultimi giorni. Tutto per via di un reboot per molti affrettato, dove i nostalgici guardano ancora alla trilogia di Raimi con i suoi alti e bassi. Personalmente, The Amazing Spider Man, uscito nel 2012, lo trovai molto più fedele non tanto per la chiara rappresentazione della testata cartacea Ultimate, ma per via di un tratto più ironico e veritiero sulla figura del supereroe mascherato che, almeno fino a questo momento, di divertente aveva ben poco. Webb è riuscito a confezionare un reboot degno di attenzione ma soprattutto tecnicamente molto curato e senza nessun tipo di sbavature.

Il sequel, mostrando ben tre villain nei divesi trailer rilasciati, ha spaventato molti che si sono aspettati un “secondo” Spider Man 3 tanto bistrattato dalla critica. Webb è riuscito a cancellare le paure di milioni di fan? Non del tutto, ma non ha nemmeno compiuto quel fallimento che si vocifera ad alta voce da una settimana a questa parte.
Parliamo prima dei difetti che oggettivamente sono presenti: in primo luogo il villain pricipale Electro. Il suo personaggio, effettivamente, viene stereotipato non poco e riduce l'interpretazione di un mostro sacro come Jamie Foxx ad una semplice macchietta; fortunatamente sul piano visivo la CGI è incredibile e la scena della sua “trasformazione” da buono a cattivo viene descritto con un percorso visivo e musicale incredibile, che mi ha incalzato fino alla fine. Harry Osborn viene interpretato molto bene fino al passaggio al “lato oscuro”, con conseguenti ellissi temporali necessarie per giungere all'elemento più terribile che viene raccontato dal film. La sua importanza, come Electro, viene però in parte mitigata da un'eccessiva frettezza nella fase finale della pellicola, ma risulta un cattivo che saprà regalare ancora molte sorprese.
Ultimo ma non meno importante, l'analisi del rapporto Peter-Gwen è stato trovato da molti esagerato, smieloso e troppo approfondito: oggettivamente è vero, ma tra i due attori è presente una sinergia che rende tutti questi momenti teen un'occasione per approfondire la psicologia del protagonista, ancora giovane e ingenuo sulle sue reali capacità. In nessun altro cinecomic mi era capitato di vedere tanta passione nell'analizzare questi tipi di rapporti.
Ma veniamo al motivo principale di questa recensione, e cioè il comparto visivo. Incredibile e curato al dettaglio, i combattimenti sono fantastici e risultano coreograficamente dei VERI combattimenti di Spider Man, e i pochi momenti in slow motion (ovviamente realizzati per la visione in 3D) sono perfetti, c'è poco da aggiungere. Peccato che non sempre le animazioni di Spidey risultano amalgamate con l'ambiente circostante: in un paio di inquadrature la differenza tra fiction e realtà si vede fin troppo bene. Infine la fotografia è altalenante, cambia spesso registro e perde in parte la sua aura dark acquisita nel primo episodio.
Seppure con i suoi evidenti difetti, ho trovato The Amazing Spider Man 2 un ottimo cinecomic e sicuramente un trampolino di lancio per i prossimi sequel. Il regista avrebbe sicuramente potuto gestire meglio diverse situazioni e non cadere in certe banalità narrative che hanno causato la gran rabbia dei fan, ma nonostante questo mi sento di consigliare caldamente la visione per due ore di epicità, divertimento e anche una punta di commozione.


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