martedì 7 febbraio 2012
Metro 2033 & 2034
Concludiamo qui la prima "tripletta" sull'universo di Metro 2033, dove sono in arrivo altri due spin off direttamente dalla Russia nei prossimi due mesi. La recensione di oggi vedrà le opere originali dello scrittore russo, da cui è iniziata la leggenda.
Mosca, 2033. Dopo una terribile guerra nucleare, l'uomo si è rifugiato nel sottosuolo dove cerca disperatamente di sopravvivere nelle gallerie della sconfinata rete della metropolitana. Ma ormai la razza umana ha perso il diritto di dominare questo pianeta: mostruosità di ogni genere infestano queste terre desolate e niente può cambiare questa discesa verso l'estinzione. Eppure, uno spiraglio di salvezza è dato dal viaggio che un giovane ragazzo, Artyom, sotto richiesta del misterioso Hunter, intraprenderà per portare un importante messaggio dall'altra parte della sua stazione natale, in pericolo da nemici insidiosi e misteriosi, chiamati Oscuri. Grazie a questo, scoprirà gli orrori di cui la metropolitana è piena e dei fantasmi che la popolano: non solo mutanti e resti della sua civiltà, ma anche una razza senziente che non smette di trucidare sè stessa.
Glukhovsky ci spinge in un ambiente claustrofobico, descrivendoci una realtà terribilmente opprimente e con diversi spunti riflessivi che ci accompagnerà per tutte le ottocento pagine di questo libro. La storia, molto lineare e che non confonderà mai il lettore, ci saprà far meditare sulla condizione che la nostra razza ha guadagnato autodistruggendosi e continuando nella sua opera di dolore e sopruso. Il protagonista, dapprima ignaro e ingenuo della sua situazione, finirà per capire una parte dei segreti che si celano attorno alle gallerie con molte posizioni di coscienza, reso ottimamente anche dalla cura che lo stesso scrittore impone al suo personaggio, il quale risulta la chiave di tutte le vicende. Alcune situazioni vengono affrontate in modo introspettivo finendo per accentuare questa ricerca continua su una riflessione più profonda, che supera lo stesso istinto di morte della razza umana. Questo concetto viene continuamente ribadito donando alla narrazione un ritmo estremamente lento in sezioni altrimenti molto più interessanti di contenuti. Rimane comunque una lettura davvero buona e appassionante unita a una buona dose di introspezione umana; insomma, un'opera completa.
Le vicende qui narrate, come si capisce dal titolo, accadono un anno dopo le peripezie di Artyom. Non più lui il protagonista, la storia si sposterà attorno alla stazione Sevastopolskaya in cui un pericolo di un'epidemia tremenda rischierebbe di dilagare in tutta la metropolitana. Omero, un vecchio cantastorie del posto, verrà affiancato dal taciturno Hunter, disposto a porre fine una volta per tutte al pericolo dando fuoco all'intero avamposto. Ma nel percorso verso la meta, diversi ostacoli e molti personaggi faranno la loro comparsa, come la tragica ragazza Sasha. Nel mezzo di questa storia cruenta ambientata ancora una volta nella metropolitana di Mosca, saranno sentimenti di fedeltà e amore a unire anime apparentemente opposte verso un destino comune.
In questo seguito Glukhovsky ha cercato di maturare introducendo nella sua opera una componente meno surreale e legate alla tragicità della vita quotidiana, il tutto condito dalla prima esperienza di amore e affetto tra i vari protagonisti. Il tutto da una sfumatura diversa rispetto al predecessore, che seppur più corto, mantiene alto l'interesse con la sua scrittura decisa e penetrante, con le vicende toccanti e i rapporti dell'uomo con questo ambiente ostile. Sicuramente un buon libro, e speriamo che lo scrittore russo ci farà tornare ancora in queste strette gallerie.
L'universo di Metro 2033 è ancora tutto da scoprire considerate le decine di libri scritte in tutto il mondo. Nei prossimi mesi in Italia arriveranno "Verso la luce" e "Piter", ambientati nella metropolitana di San Pietroburgo. Emozioni assicurate su questo evento letterario!
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