lunedì 21 gennaio 2013

Darksiders 2



I più navigati sapranno che THQ non versa in buone condizioni: l'azienda ha infatti dichiarato la bancarotta poco tempo fa e tutti i suoi brand sono all'asta dove le altre grandi case (EA, Ubisoft ecc.) cercheranno di ottenerne il possesso. Eppure le due milioni di copie di Darksiders 2 non sono affatto un brutto traguardo, considerato l'ottimo gioco che si è rivelato.
Darksiders 2 non è un vero e proprio sequel, ma va considerato più come uno spin-off dell'intera storia. Infatti, le avventure di Morte sono narrate in parallelo a quelle di Guerra nel primo capitolo. L'obiettivo del Cavaliere è quello di far tornare in vita l'umanità e redimere le colpe di suo fratello. Per giungere a questo la strada e lunga, pericolosa e irta di personaggi non sempre positivi nei suoi confronti, ma la sua fede incrollabile sull'innocenza di Guerra spingeranno il guerriero solitario ad attraversare mondi e a falciare anime pur di raggiungere il suo scopo.
Ricordandoci le solide basi molto affascinanti del predecessore, Darksiders 2 ci getta lontano dalla Terra, su altri mondi in rovina, regni dei defunti, dei demoni e degli angeli. Il tutto per gettare le basi su un nuovo genere a cui l'action game, per la prima volta, si mescola abilmente con uno stampo di ruolo ed esplorativo, con un mondo esplorabile, un sistema di drop dei mostri in grado di farci personalizzare Morte come meglio desideriamo e infine un sistema di migliorie e sbloccamento di abilità necessarie per sopravvivere in battaglia. Tutte queste belle novità sono integrate perfettamente, non sono affatto invasive e anzi, approfondiscono e limano un sistema già estrememante funzionale visto nel primo capitolo, finendo per essere fresco senza togliere la classica frenesia della lotta. Eppure la storia tende a peredere estremamente di interesse a causa di un introduzione carica di aspettative e una prima parte molto lenta di ritmo che si mantiene omogeneo durante tutta l'avventura. Morte, come Guerra, non è un personaggio particolarmente loquace, e ciò non aiuterà certo a renderci ansiosi di scoprire cosa succederà in seguito, se non di distruggere ogni nemico che ci si parerà davanti.
Morte è veloce, agile e letale. E' in grado di schivare, di arrampicarsi sui muri e attaccare in combinazione con le proprie letali falci. Lo stile di combattimento risulta ben diverso dal fratello, ponendo il giocatore in un nuovo modo di affrontare l'esperienza. Ma le sue abilità non si fermano qui: la grande componente platform, che qui è presente in modo divertente, scorrevole e vario, si diramano attraverso una serie di strumenti sbloccabili con il tempo, esattamente come nel predecessore. Prima l'immancabile pistola Mietitore, un rampino spirituale, seguito da altre chicche che non sto a svelare ma che sono originali e renderanno ogni nuovo mondo raggiunto esplorabile con apporcci totalmente differenti. Grazie a questo, il gameplay non annoia mai e cresce sempre di varietà e difficoltà. Infine, i combattimenti vedono la ripresa di un sistema già funzionale, con combinazioni che permetteranno al giocatore una larghissima gamma di attacchi, schivate e abilità aggiuntive.
La natura esplorativa e gdr introdotta aggiunge un pizzico di approfondimento in più che fa risaltare la cura degli sviluppatori in questo brand. I mondi saranno abbastanza grandi da dare un'illusione di libertà, oltre il poter interagire con diversi personaggi neutrali che venderanno oggetti o ci incaricheranno delle piccole missioni solitamente ben amalgamate dentro la storyline principale.
Sul piano tecnico, però, tutto stona particolarmente. Il contributo di Madureira dona un concept arc splendido e mozzafiato, ma azzoppato da un motore grafico persino meno rifinito del predecessore. Sfondi disegnati e texture a bassa risoluzion (perfino su Morte stesso) faranno arricciare il naso a chi, nel 2012, si aspettava un piccolo salto di qualità sull'impatto visivo. Fortunatamente, tutta la cura che permea il resto del gioco fa passare in modo accettabile questo piccolo compromesso.
Un buon doppiaggio e musiche azzeccate, le abbondanti 18 ore per completarlo vi lasceranno sicuramente soddisfatti, se vorrete passare davanti ad un boss finale davvero molto deludente in confronto al Distruttore del primo Darksiders.
Vigil ha confezionato un mancato capolavoro: Darksiders 2 getta le basi su un genere action/gdr con una profondità e varietà notevolissimo, con divertimento per diverse ore. Peccato per una trama scialba e priva di grossi colpi di scena e un impatto visivo sotto la media, ma nei che possono sicuramente passare in secondo piano (fino a un certo punto) se avete amato le avventure di Guerra a spasso sul nostro pianeta distrutto.
Vi lascio come sempre con il trailer, buona visione!


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