martedì 27 ottobre 2015

Games Week 2015


Alla fine della quinta edizione della Games Week è tempo di tirare le somme. Dico immediatamente che si è trattato di un "more of the same" dello scorso anno, dove la fiera sembra aver trovato il giusto modo di offrire svago e divertimento agli appassionati di videogiochi. Come non mi stancherò mai di dire che per molte cose Games Week ha ancora tanta strada da fare prima di potersi anche solo paragonare ad altre fiere internazionali.
Parliamo innanzitutto dei punti di forza; il nuovo spazio espositivo è stato gestito tutto sommato bene e ha visto l'evento diviso in due piani, quello a terra con tutti gli stand delle software house più influenti e il primo piano con incontri di youtuber, squadre di gamer professionali e angolo retrogaming. Le attività erano sicuramente molte e in grado di soddisfare la necessità del medio giocatore tra i 15 e i 20 anni. Inoltre diversi punti vendita hanno permesso a tutti di portarsi via ben più di un ricordo tra action figure, magliette e gadget della fiera.
L'angolo Indie l'ho intravisto di sfuggita, ma mi è parso meno grande rispetto all'anno scorso. Però incontrare giovani sviluppatori italiani e provare i loro giochi rimane sempre uno dei momenti più accattivanti dell'intera esperienza.
Punti di debolezza, da quel che ho notato, sono stati imputabili principalmente a Unieuro. L'organizzazione della vendita di console e giochi (con un'ottima offerta di 300 euro per Ps4) è stata decisamente gestita male con orde di ragazzi che si schiacciavano per entrare, cestoni con offerte su prodotti che poi non erano affatti scontati e parecchi casi di furto. Una situazione decisamente poco piacevole e che, in memoria della scorsa edizione, mi fa dubitare seriamente della qualità di questa azienda come store ufficiale.
Infine non capisco perchè mettere degli stand come quello di Fallout 4 con file di un'ora e mezza per guardare dei video già visti ormai decine di volte nel web. O fai provare il gioco o è inutile perdere così tanto tempo se non ne vale la pena.

TOM CLANCY'S: THE DIVISION

L'unico gioco che sono riuscito a provare con mano, visto la fila lunghissima e con una gestione di tempi imbarazzante, è stato Tom Clancy's The Division. Uno sparatutto in terza persona rivelato nell'E3 di due anni fa, dopo l'iniziale botto il progetto è rimasto in uno stato di assoluta segretezza. E' stata promessa una componente online massiccia da MMORPG con mondo persistente e dinamiche che possono portare sia i giocatori a collaborare che a pensare al proprio tornaconto.
Il risultato? Già nei mesi scorsi era apparso evidentissimo un pesante downgrade - ma questo sembra essere un pò la nuova moda di molti titoli tripla AAA - e la meccanica del "uccidi i tuoi alleati e trasformati in un traditori" è stata pubblicizzata come rivoluzionaria. Tralasciando il fatto che durante la partita che ho giocato, dove quattro team da tre giocatori si contendevano degli obiettivi su mappa, questa dinamica non mi ha portato nessun vantaggio, il titolo in questione è risultato davvero acerbo. Il gameplay si avvicina moltissimo al già visto Future Soldier, con un sistema di coperture e spostamenti realistico e i classici feeling del genere. La cooperazione è sicuramente importante, con la possibilità di rianimare compagni caduti e sfrutando le diverse abilità di ogni personaggio per giungere alla vittoria. Piccola (e unica) chicca: se colpiti in una specifica parte del corpo questa verrà visualizzata nella nostra interfaccia con conseguente penalità in combattimento a seconda dell'entità del danno.
Ma la cosa più problematica è che durante la partita di prova si è verificata una confusione totale: nè io nè i miei due compagni di squadra sapevamo come agire e chi fosse il nemico. Tradirli si è rivelato un suicidio perchè mi ha portato immediatamente a essere fermato dagli altri. Il netcode è decisamente incostante, vedere questi problemi di connessione in una lobby di 9 persone è preoccupante se pensiamo che dovrebbe essere un open world con decine di giocatori connessi allo stesso tempo. In definitiva Ubsifot non ha fatto una gran figura, anzi, mi ha dato l'impressione che il progetto sia stato parecchio abbandonato e lasciato a sè stesso.

La Games Week 2015 anche quest anno si è limitata a consolidare la formula che ne ha decretato un buon successo nella scorsa edizione. Molte cose sono state organizzate bene ma altre decisamente imbarazzanti, eppure il giocatore medio ha saputo trovare tutto ciò che gli interessava riunito in un luogo dove divertirsi e avere incontri interessanti con alcuni sviluppatori. Per l'utenza pc si rimane sempre risotti all'osso, con il solito stand Asus e uno spazio di Tom's Hardware ma non in grado di lasciarmi pienamente soddisfatto sull'interesse verso questo minor bacino di giocatori. Di certo è un'esperienza da provare, come sempre, anche se dal mio punto di vista rimane il desiderio che la fiera possa evolversi a qualcosa di più grosso e indimenticabile. 


Nessun commento:

Posta un commento