mercoledì 16 marzo 2016

Wolfenstein: The Old Blood

Vi capita mai di essere colti dalla nostalgia degli anni passati? Quando tornavamo da scuola e cercavamo di fare i compiti il più velocemente possibile, per poi accendere il nostro scassato computer e immergerci in mondi rozzi ma dall'atmosfera incredibile? Per la generazione come la mia, il nome Wolfenstein accende ricordi di questo tipo. L'ultimo capitolo, che si è posto come un reboot della serie, porta il nome The New Order e si è rivelato, nel 2014, un titolo incredibilmente profondo e legato al passato ma allo stesso tempo in linea con le produzioni odierne. In attesa di un sequel (di cui non si è avuta nessuna notizia), MachineGames ha pensato di rilasciare un prequel dalla durata esigua ma realizzato con la stessa passione del gioco base. Come sarà tornare al castello Wolfenstein?

The Old Blood ci vede impersonare ancora una volta B.J. Blazkowicz nei panni di un ufficiale tedesco, in procinto di infiltrarsi nel castello Wolfenstein grazie al supporto del collega Wesley. Naturalmente le cose non vanno per il verso giusto ed entrambi verranno catturati. Da qui inizierà l'epopea di Blazko all'interno dei freddi e alti corridoi del castello, fino al villaggio di Wulfburg dove gli esperimenti di un capo scentifico nazista porterà morte e distruzione nella vallata. 

La trama risulta impreziosita come in The New Order dai personaggi secondari sopra le righe e dagli antagonisti con le loro sfaccettature psicopatiche. Il ritorno nel castello più amato dagli appassionati sarà fonte di approfondimenti e colpi di scena, specialmente nella seconda parte dove avverrà un cambiamento totale nell'economia del gioco: forse la scelta narrativa più estrema e meno riuscita, ma in linea con la produzione e che saprà spingervi fino all'epilogo incapaci di fermarvi. Non aspettatevi però una longevità alta, perchè nell'arco di 7-8 ore arriverete ai titoli di coda desiderosi di molto altro.
Trama/Longevità: voto 8.

Lo shooting di The New Order torna prepotente anche qui, scontrandosi però con un problema non da poco. Il settings anni 40 relega le armi a un feeling tutto sommato molto simile tra di loro, ma è stato fatto comunque un ottimo lavoro con l'introduzione del fucile automatico e soprattutto della novità più grossa che sopperisce alla mancanza del Laserkraft. Durante la sua prigionia, B.J. usa un tubo rotto come arma da taglio e come elemento interattivo dello scenario: potremo arrampicarci su brevi salite e aprire passaggi segreti altrimenti bloccati. Anche diverse sezioni sono pensate in modo particolarmente originale e che non sto a svelarvi, e ammetto che nonostante non si tratti della stessa scintilla del gioco base, le buone idee ci sono.

In particolar modo nella seconda parte avviene un cambiamento drastico della giocabilità a seguito di un preciso evento, trasformando The Old Blood in un prodotto che definirei curioso. Aspettatevi verso la fine un pò di sano gore e adrenalina in puro stile ID Software come io, personalmente, non ne vedevo da tempo! Per il resto il gioco mantiene tutte le sue caratteristiche salienti. Oltre alla possibilità di agire furtivamente, i combattimenti saranno calibrati sempre molto in alto e certi scontri saranno davvero complicati da superare. Da questo punto di vista i veterani avranno di che divertirsi sicuramente.
Gameplay: voto 8. 

Siamo giunti a quella che è la nota dolente di questa produzione (e anche del suo titolo precedente). L'ID Tech 5 è un motore grafico che non riesco ad apprezzare nonostante regali un impatto generale di tutto rispetto. Ma questo è dovuto principalmente alla direzione artistica che conferma ulteriormente la passione di MachineGames per questo universo videoludico. Il castello di Wolfenstein è incredibile: dall'esterno è maestoso, ma gli interni regalano una sensazione claustrofobica in grado di far sentire i vecchi giocatori a "casa". Anche il villaggio, il cimitero e le miniere dell'epilogo sapranno conquistarvi, con un'atmosfera che passerà dalla pura avventura allo spaventoso horror. Ed è davvero un peccato constatare come questa cura venga parzialmente rovinata dall'engine, con le sue texture in bassa risoluzione e dall'ottimizzazione discutibile (framerate mai davvero stabile in situazioni casuali). Nulla da dire invece sul doppiaggio con una selezione accurata di voci e una colonna sonora d'accompagnamento che alterna musiche spiccatamente metal a motivi più ambientali sempre calibrati nel giusto modo.
Comparto Audio/Video: voto 7.5.


Wolfenstein: The Old Blood è un prequel degno del suo nome. Per un prezzo irrisorio è capace di intrattenervi una decina di ore (per i completisti) grazie ad una storia convincente, un gameplay che funziona ancora benissimo e una difficoltà degna di tale nome. Sicuramente non sarà un impatto visivo sotto la media a farmelo bocciare perchè è riuscito a divertirmi ugualmente. L'unica sua colpa, se vogliamo chiamarla così, è di essere pensato come contenuto aggiuntivo. Mentre rimaniamo in attesa del sequel, però, vale sicuramente la pena di tornare al castello di Wolfenstein.

VOTO GLOBALE: 7.8.

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