I due giochi su cui ho passato la maggior parte delle ore della mia vita sono stati principalmente due: World of Warcraft e Starcraft 2. La saga strategica creata da Blizzard nel lontano 1998 ha ammaliato milioni di giocatori non solo per la sua profonda ed elaborata campagna, ma anche per una giocabilità che lo ha reso celebre tra gli eSports negli anni a venire. Divisa in una trilogia, dopo 5 lunghi anni il secondo capitolo di questo universo è giunto finalmente a conclusione (ma non verrà abbandonato!). Ho già recensito, su queste pagine, il prologo reso gratuito per tutti. Dopo altre decine di ore, spese nelle diverse modalità proposte, è il momento di tirare le somme su Legacy of the Void.
Artanis, Gerarca dei Protoss, sta progettando la riconquista del suo pianeta natale, Aiur. La sua sete di conquista lo porta ad ignorare i consigli di Zeratul e inizia il suo attacco, scoprendo ben presto che gli Zerg sono tutt'altro che disorganizzati. Dopo aver constatato con orrore che Amon è in grado di dominare la mente dei Protoss attraverso il Khala, solo un sacrificio estremo salverà Artanis dalla distruzione. Con un pesante fardello nel cuore, il Gerarca decide di seguire la profezia e inizierà a raccogliere alleati per l'imminente ultima battaglia contro le forze dello Xel'Naga malvagio.
La storia di LotV si dipana attraverso più di 20 missioni ricche di personaggi, mitologia ed epicità. Blizzard, nonostante si sia presa qualche piccola libertà, è riuscita ad approfondire la lore di Starcraft 2 con nuove rivelazioni, personaggi dal profondo background e vecchie rivalità mutate a causa degli eventi. Da questo punto di vista siamo un tassello sopra Heart of the Swarm, la cui incoerenza non aveva lasciato pienamente soddisfatto. Lo svolgimento, d'altro canto, è estremamente lineare e non lascia spazio a dubbi sul finale. E' inutile negare che, nel bene o nel male, il giocatore sa già come si concluderanno queste vicende. Lodevole in ogni caso le modalità in cui accadranno, che potrebbero stupirvi. Si tratta, in ogni caso, della conclusione migliore per Starcraft 2.
Trama/Longevità: voto 8.5
Il gameplay, com'era lecito aspettarsi, non ha avuto particolari stravolgimenti. Come nelle precedenti campagne, avremo a disposizione una base operativa, che in questo caso sarà la Lancia di Adun. La gigantesca arca Protoss ci permetterà innanzitutto di dialogare con i nostri alleati e di sbloccare nuovi potenziamenti utilizzabili durante le missioni, infine la scelta di diverse varianti di unità belliche che saranno intercambiabili a seconda delle nostre necessità. E' un sistema che indubbiamente funziona, mantiene fresco l'interesse ma avrei voluto qualcosa di più. Ogni missione, bene o male, è uguale nelle sue dinamiche: le ambientazioni e gli obiettivi sono sempre diversi, ma il 90% sono divisi in due fasi sempre molto chiare. Da un lato la costruzione della base e la difesa dagli attacchi nemici, dall'altro obiettivi multipli da attivare e mantenere per arrivare alla vittoria. Questo ha abbassato drasticamente il fattore varietà e non mi sono annoiato solo grazie all'eccellente game design di ogni mappa. Ci troviamo davanti, purtroppo, al gameplay più debole della trilogia.
Gameplay: voto 7.5.
Paragrafo aggiuntivo e d'obbligo per la grande aggiunta inserita in questa espansione. La modalità cooperativa vede la coordinazione di due giocatori in mappe single player rivisitate, dove la scelta del comandante (divisi tra Terran, Zerg e Protoss) permetterà l'utilizzo sia di abilità che di unità speciali. Completando gli obiettivi i comandanti cresceranno di esperienza e di livello, sbloccando potenziamenti e rendendoci via via sempre più potenti. Personalmente mi son divertito moltissimo e il livello di sfida alla difficoltà massima richiede un lavoro egregio da parte dell'alleato; con un amico passerete decine di ore anche solo per portare il vostro personaggio preferito al massimo del livello. Dopo un primo aggiornamento (con un nuovo generale e una mappa nuova) però non ci son stati più nuovi contenuti degni di nota, ed essendo le missioni poche e simili tra di loro, il timore che Blizzard la abbandoni è dietro l'angolo. Il che è un peccato, visto che diverte e ha delle potenzialità.
Come non parlare dell'online che ha subito una sequenza di cambiamenti parecchio evidenti rispetto al passato? Prima di tutto avremo più lavoratori e una raccolta dei minerali velocizzata, portando ad un ritmo dei primi minuti davvero serrato. Dimenticatevi le tattiche vigliacche di una volta, con questo sistema diventa quasi impossibile vincere una partita nei primi 2-3 minuti di gioco ma anzi, entro il decimo minuto sarà necessario espandersi portando le battaglie a risolversi in modo molto più coerente. Per chi ama una vera sfida la modalità Arconte rimane interessantissima da provare con un amico, dove coordinazione farà da padrone. Il sistema di matchmaking è rimasto infine abbastanza simile al passato, quindi aspettatevi la solita concorrenza spietata e serrata. Questa serie di novità sono in grado di riportare in àuge Starcraft 2 come eSport? Sono dell'idea che ormai i tempi siano cambiati e che difficilmente si avranno i numeri di prima. Però Blizzard ha già operato un grosso cambiamento nell'economia del gioco, che rimarrà bene o male molto seguito dalla community. L'importante, come già ribadito, è di non abbandonare il titolo a sè stesso, atteggiamento che già dopo i primi due mesi si sta facendo sempre più evidente.
Comparto Online: voto 8.5.
Wings of Liberty, il primo dei tre episodi, è uscito nel lontano 2010. Ai tempi, il nuovo motore proprietario Blizzard regalava un impatto davvero ottimo e curato. Al giorno d'oggi, i segni dell'età sono ormai fin troppo visibili. Giocando sulla mappa la visuale e le dinamiche rimangono sempre piacevoli e curate, oltre ad effetti particellari riusciti e ad una resa visiva generale ancora molto accattivante. Il limite lo si nota durante le cutscene della campagna: quelle non pre-renderizzate mostrano anche troppo texture in bassa risoluzione e un aliasing molto marcato. Per quanto non si tratti del focus di un rts, è un fattore che comunque influisce, visti gli standard raggiunti da altri esponenti del genere.
Ottimo come ogni gioco Blizzard il doppiaggio in italiano, con voci azzeccate e in grado di esprimere ogni momento al meglio. Certo, i Protoss di per sè come personaggi non mostrano mai particolari emozioni, quindi i doppiatori si sono trovati davanti ad un compito più difficile, ma devo dire che il lavoro rimane sempre egregio (e non avendo bocche non c'è da preoccuarsi sulla sincronizzazione, touchè). Le musiche, da tradizione, sono epiche, profonde e accompagnano diligentemente le missioni e le scene narrate.
Comparto Audio/Video: voto 8.
Starcraft 2: Legacy of the Void è la degna conclusione di una saga decennale. Venire accompagnati dai nostri personaggi preferiti nello scoppiettante finale ci stringerà il cuore e potrà anche farci scendere qualche lacrima, non c'è dubbio. Ma lo sviluppo in tre diversi pacchetti non ha giovato totalmente all'intera produzione. Questo terzo capitolo ne esce con un gameplay stanco e senza più la carica innovativa e la fantasia caratterizzata dalla campagna terran, la quale considero tra le maggiori vette dell'rts moderno. Sicuramente il pacchetto è incredibilmente ricco grazie ad una modalità cooperativa salda e il multiplayer ancora molto frequentato e rinvigorito da nuove meccaniche, eppure con il cambio generazionale sento che qualcosa è andato perso. Ho amato e amerò sempre questa saga, ed è forse per questo motivo che avrei voluto un ultimo guizzo, un abbraccio più caloroso e un brindisi più concitato da parte degli sviluppatori. Ci aspettano le missioni della bella Nova, questo è vero. Ma, se mai dovesse arrivare uno Starcraft 3, senza una rivoluzione difficilmente riscopriremo un universo che ha raccontato tutto di sè.
Rimane in ogni caso un acquisto obbligato per gli amanti del genere strategico, perchè al di là degli screzi si tratta di un prodotto di qualità altissima e in grado di catturarvi altre centinaia di ore. Per Aiur!
VOTO GLOBALE: 8.4
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