Techland stupì, alcuni anni fa, con un trailer in CGI di Dead Island, survival in prima persona a tema zombie. Un pò me ne vergogno ma, quando mi sono approcciato al gioco, dopo meno di un'ora non sono riuscito a continuarlo; complice una noia sopraggiunta immediatamente per via di quello che mi è parso un lavoro rozzo e mal rifinito, specialmente sul piano del gameplay e seguito poi da quello tecnico. Ovviamente un giorno spero di dargli una seconda chance perchè sono stato avventato, ma Dying Light mi ha convinto maggiormente e, giocandolo, le mie aspettative sono state confermate.
Nella fittizia città di Harran una misteriosa epidemia colpisce la popolazione trasformando gli infetti in morti viventi. Kyle Crane, il protagonista, è un agente del GRE, un'associazione umanitaria la cui missione è trovare una cura a questa malattia. Dopo essere giunto in uno dei rifugi sicuri Crane inizia ad aiutare i sopravvissuti con l'intento di conquistare la loro fiducia e arrivare alle informazioni classificate. Ma con l'approfondirsi delle relazioni nate in questa situazione estrema l'agente prenderà presto una posizione diversa da quella iniziale, decisione che lo porterà ad affrontare pericoli sempre maggiori e su cui dipenderà il futuro dell'intera Harran.
La componente narrativa Dying Light mostra una scrittura semplice ma efficace. Se da un lato Crane risulta il solito protagonista in balia degli eventi e che esegue tutto ciò che gli si chiede, il resto del cast brilla maggiormente per caratterizzazione e background narrativo (per quanto essenziale). La bella Jade, il sempre combattuto Brecken o il perfido Rais: ogni personaggio risulta credibile e non manca qualche colpo di scena qua e là, in grado di tenere un buon interesse fino alla fine della storia. Per quanto non si tratti espressamente del focus dell'esperienza il comparto totale è ben fatto e saprete sicuramente apprezzarlo. Infatti componendosi come free roaming Dying Light è in grado di offire decine di ore di contenuti tutto sommato di buona qualità.
Trama/Longevità: voto 8.
A divertire davvero però è la giocabilità offerta da questo horror game. Il mix creato dagli sviluppatori regala sensazioni ottime e il parkour combinato al combattimento corpo a corpo sono il fulcro dell'intera esperienza. Prendendo a piene mani da Mirror's Edge, il nostro personaggio è in grado di aggrapparsi a qualsiasi sporgenza e arrampicarsi praticamente ovunque. Questo, se consideriamo la grossa presenza di zombie per strada, diventa una forte necessità estrememamente coerente. Salendo di livello potremo correre più velocemente e muoverci con maggior agilità finendo perfino ad atterrare i nemici con calci e scivolate tattiche.
Il combattimento è quasi sempre all'arma bianca, ed ogni singolo oggetto che impugneremo per la nostra autodifesa potrà essere modificata e resa sempre più letale. Sparso per il mondo di gioco, infatti, troveremo reagenti di ogni tipo e, con la giusta formula, creare armi uniche con bonus di attacco e di difesa. Il senso di progressione è lento ma costante ed è quasi perfetto. Presto sarete quasi totalmente inarrestabili e, una volta sbloccato il rampino, anche le regole di ingaggio e di parkour muteranno notevolmente. Varietà ed evoluzione che procedono di pari passo con la crescita del giocatore. Ci sono alcune abilità di cui abuserete vista l'utilità esagerata, ma nel complesso la difficoltà rimarrà sempre calibrata.
Perchè il problema non saranno solo gli zombie attorno a voi. Quando scende la notte Dying Light si trasforma in un titolo fortemenete survival grazie alla presenza dei Notturni. Queste orribili bestie sono veloci, resistenti e tremendamente forti. Anche con il miglior equipaggiamento non è MAI una buona idea girare quando cala il sole senza un piano preciso. Dovrete sfruttare i rifugi e avanzare con attenzione, regalando tra l'altro ulteriore soddisfazione al compimento degli obiettivi - di notte i punti esperienza sono raddoppiati. Le sensazioni in questa fase del gioco è semplicemente stupenda. Piccola nota dolente per quanto riguarda gli avversari umani, la cui IA non brilla particolarmente e trasforma questi incontri in scaramucce poco decisive. Le fasi shooter in particolare mi hanno annoiato, per quanto il feeling con le armi da fuoco sia abbastanza curato.
Menzione particolare al comparto cooperativo che permette fino a quattro giocatori di affrontare l'avventura insieme. In questo frangente il gioco aumenta esponenzialmente la difficoltà e regala maggiori soddisfazioni per chi ama affrontare gli horror game in compagnia di amici fidati. La modalità è solida e divertente ed è in grado di regalare ulteriore longevità al titolo.
Gameplay: voto 9.
Il Chrome Engine è stato tirato a lucido e il livello complessivo della mappa di gioco è estremamente dettagliato. Harran non regala una varietà di ambientazioni così evidente ma ogni strada, ogni casa e ogni elemento a schermo è collocato con maestria e cura. Le texture sono in alta definizione e il sistema di illuminazione dinamico regala scorci suggestivi e trasforma le notti in veri incubi per il giocatore. Vi è inoltre una linea dell'orizzonte che può essere impostata ai massimi livelli con risultati sorprendenti di profondità degli scenari. Gli zombie sono di moltissime tipologie e le varietà più che sufficienti a non darci quasi mai l'impressione che ci siano dei pattern ripetuti. Tutto questo però è terribilmente pesante e a livello hardware dovrete procurarvi una postazione di prim'ordine se vorrete maxare le impostazioni grafiche. Senza contare un'ottimizzazione non perfetta, con cali di frame sporadici e apparantemente casuali che durante le sessioni di parkour saranno un pò fastidiose.
L'audio regala un ottimo doppiaggio italiano per quanto riguarda i personaggi principali ma cala terribilmente in quello degli npc del mondo di gioco, con quelle 3-4 voci che si ripetono in decine di personaggi rovinando un pò l'atmosfera. La colonna sonora, invece, regala una rosa di tracce riusite e orecchiabili: dai toni spesso molto synth e anni 80, ammetto che la musica mi ha accompagnato sempre egregiamente nel mio viaggio ad Harran ed è sempre stata coerente e d'impatto.
Comparto Audio/Video: voto 9.
Dying Light è uno dei migliori giochi a tema zombie in circolazione. Questo grazie ad un ottimo lavoro degli sviluppatori che hanno mischiato molti generi tra di loro creando un titolo multiforme, dalle varie sfaccettature ma tremendamente fluido e accattivante. Essere in grado di passare da semplice parkour a survival in prima persona in pochi minuti non è lavoro facile e Techland ci è riuscita. Abbiamo un prodotto dalla trama funzionale e pure interessante da seguire, una giocabilità pressochè infinita con una curva di apprendimento immediata e soddisfacente e un comparto tecnico completo e curato nei minimi dettagli. Le poche sbavature nulla tolgono a questa produzione. Personalmente ve lo consiglio caldamente e saprete divertirvi anche in compagnia di amici. Harran è a portata di mano!
VOTO GLOBALE: 8.7
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