mercoledì 26 agosto 2015

The Witcher 3


CDProjekt è il chiaro esempio di software house che si è creata il proprio successo da sola. Realizzando la saga di The Witcher il suo debutto nell'industria non si può proprio definire memorabile, ma già dal primo capitolo traspariva una passione e una dedizione per il proprio lavoro davvero rara di questi tempi. Dopo un sequel ottimo ma sicuramente non perfetto abbiamo aspettato quattro anni per la conclusione delle avventure dello strigo. Le promesse degli sviluppatori erano quasi fantasia e ogni nuovo video l'annuncio di un capolavoro senza tempo. Ma ci troviamo davvero davanti al GDR per eccellenza?

The Witcher 3 sotto molti punti di vista taglia i legami con i precedenti due capitoli e prende a mani basse dall'opera originale cartacea. A parte sporadici collegamenti, l'avventura è perfettamente godibile per i neofiti; per chi ha letto i libri il citazionismo è abbondante, regalando ricordi ed emozioni ai riferimenti scritti dalla penna di Andrzej Sapkowski. Geralt di Rivia è in viaggio dopo aver ricevuto una lettera da Yennefer, potente maga e sua compagna di vita. Inaspettatamente sarà un sogno a suggerirgli la lunga ricerca che dovrà intraprendere per trovare le risposte che cerca: Ciri, sua figlia adottiva, è braccata dalla Caccia Selvaggia. Lo strigo viaggerà in mezzo ad un territorio devastato dalla guerra tra Niilfgaard e i regni del Nord per raccogliere informazioni, accettare contratti e per salvare ciò che gli è più caro.


Se c'è un elemento in cui questo gioco ha sempre eccelso, questo è il comparto narrativo. Un concept medievale/fantasy dai toni cupi e maturi; le vicende sono stratificate in quello che è un mondo vivo e pulsante. C'è chiaramente il focus sulla trama principale con una serie di eventi perfettamente calibrati e narrati tramite uno stile registico e lunghe scene d'intermezzo di incredibile bellezza. La storia è ricercata e mai banale. Avremo momenti di incredibile epicità, dramma e ironia. Non solo Geralt non è mai stato tanto umano, ma tutti i personaggi coinvolti risultano incredibilmente caratterizzati senza nulla togliere ai diversi antagonisti, ognuno con background specifici da raccontare e scoprire.


I contenuti vengono via via scoperti con l'avanzare della storia, la quale da sola è capace di durare tra le 25 e le 30 ore; ma sarà impossibile non fermarsi ad ogni villaggio, ascoltare le storie dei paesani, accettare le loro richieste di aiuto; incontrare vecchi amici di avventure dimenticate e condividere con loro gioie e dolori; e il fatto ancora più sorprendente è che anche la più insignificante delle missioni secondarie è scritta con maestria e riesce ad essere davvero parte integrante dell'esperienza ludica. Soffermandoci anche su altre attività raggiungeremo senza problemi le 100 ore tanto acclamate dagli sviluppatori, e senza mai smettere di sorprenderci. Ci sono elementi in tutto il mondo di gioco che citano opere cartacee e cinematrografia dell'ultimo secolo di storia. Personalmente non so come sia stato possibile inserire una mole così incredibile di easter egg mantenendo vivo lo spirito stesso del gioco. Affermo con decisione che, prima del 2017 (anno di uscita di Cyberpunk 2077), non vedremo mai più un comparto narrativo perfetto come quello di The Witcher 3.
Trama/Longevità: voto 10. 


Diciamocelo chiaramente: gli sviluppatori polacchi non sono mai riusciti a creare un gameplay che funzionasse sotto ogni aspetto. Con The Witcher 3 posso affermare che il lavoro è stato egregio, ma qui nascono le prime piccole critiche. Per prima cosa il combat system: ora più fluido che in passato, Geralt può combinare attacchi veloci e potenti e l'utilizzo dei segni; l'utilizzo di bombe e trappole aggiunge ulteriore varietà ad ogni scontro. L'introduzione della balestra non sbilancia minimamente la difficoltà visti gli scarsi danni che provoca, risultando invece un'ottimo diversivo per fermare creature volanti o interrompere azioni di nemici più duri da abbattere. L'intelligenza artificiale non brilla sempre specie se contro nemici umani, ed è negli spazi chiusi che i controlli mostrano il fianco; inoltre la sensazione di collisione non si ha quasi mai, anche se lo smembramento degli avversari copre abilmente questa mancanza. Da citare le non meno importanti sezioni in cui potremo comandare Ciri, risultate un pò troppo facilitate dai poteri della ragazza che rendono le brevi sezioni a lei dedicate un'interessante aggiunta ma che non aggiunge molto al gameplay. Ma l'elemento che dopo i tanti aggiornamenti ancora non riesce a convincermi è la manovrabilità di Rutilia, fedele destriero dello strigo: cavalcare se da un lato velocizza gli spostamenti, dall'altro risulta irritante ad alti livelli, perchè vi incastrerete SEMPRE in qualche elemento dello scenario o la cavalcata automatica si interromperà ogni 5-10 secondi senza apparente motivo. 


La crescita del personaggio permette una larga personalizzazione, con tre rami più uno in cui spendere i punti talento in una lista di slot dove combinare i mutageni, creando le buid che riteniamo più soddisfacenti in combattimento. Ma se in The Witcher 2 c'erano troppi pochi punti abillità qui abbiamo una lista interminabile di potenziamenti che a meno di non specializzarsi unicamente su uno non avremo mai modo di provare, nonostante sia possibile sbloccare nuovi punti alla scoperta di Luoghi di Potere inediti. Il resto dell'interfaccia come per esempio l'inventario non è il massimo della fluidità, costringendo a spostare molti oggetti di uso veloce come le pozioni mettendo in pausa il gioco e scorrendo decine di icone che inevitabilmente andranno a sommarsi con il proseguire dell'avventura. Per il resto un bestiario permette al giocatore di informarsi sulle strategie migliori per abbattere i mostri più pericolosi, il tutorial è disponibile in qualsiasi momento e le informazioni sul lore sono completamente accessibili e consultabili.


The Witcher 3 è un gdr a struttura unica che ritroviamo per ogni quest: si parla con il personaggio chiave, si segue poi una fase di indagine che porta spesso a combattimenti o a nuovi dialoghi, per poi finire nella risoluzione con scelte che creano bivi e variazioni in determinate fasi della storia. C'è chi ha criticato questa formula ridondante, ma la profondità del quest design sopperisce a qualsiasi tipo di ripetizione. Il mondo di gioco è ricco di luoghi da scoprire e saccheggiare (parliamo di decine e decine di punti di domanda sparsi sulla mappa). I completisti avranno di che divertirsi!
Gameplay: Voto 8.5.


Visivamente The Witcher 3 è probabilmente l'open world meglio curato che sia mai stato realizzato. Ogni personaggio del mondo di gioco è dettagliato a livello maniacale e le ambientazioni impeccabili, con un art design spettacolare ed effetti completamente riusciti. Le mappe di gioco in totale sono cinque - Kaer Morhen, Bianco Frutteto, Vizima, Velen, Novigrad, Isole Skellige - e le ultime tre della lista sono grandi quanto interi giochi (no, non sto scherzando: solo la mappa della città di Novigrad è davvero di un'estensione immensa). Tutto questo ben di dio non viene mai inframezzato da un caricamento e l'ottimizzazione risulta ugualmente eccellente: anche con macchine di una certa età sarete capaci di godervi le ottime potenzialità del Red Engine.


Certo, non tutto è oro quel che luccica, ma in un titolo dai contenuti e spazi così enormi qualcosa era inevitabile che sarebbe stato rifinito con minor attenzione: alcuni oggetti di interni e texture a bassa risoluzione, specialmente nel fogliame che nel dettaglio non risultano molto convincenti. Eppure il vento che sferza gli alberi durante le nostre cavalcate, smuovendo le fronde attorno a noi, rende l'ambiente di un vivo come mai prima d'ora si era visto. Anche l'illuminazione dinamica muta a seconda dello scorrere del giorno e del passaggio delle nuvole, perfino durante le cutscene, non sono che l'ennesima conferma dell'enorme lavoro svolto anche sotto questo aspetto. Non dimentichiamo infine che la barba di Geralt cresce con il passare del tempo, una chicca assoluta!


E del sonoro? Troviamo un doppiaggio fuori dal comune, con moltissime voci e anche attori famosi che hanno prestato il loro timbro con risultati riuscitissimi (Charles Dance ha dato la voce all'imperatore Emhyr) e anche ogni effetto sonoro riesce a ricreare perfettamente il setting fantasy perfetto. Le musiche non sono da meno. Ad alcuni potranno sembrare un pò troppo "appariscenti", ma le colonne sonore che vi accompagneranno durante le avventure a Skellige, o l'accompagnamento dark durante le quest più drammatiche, sapranno conquistare il vostro gusto musicale. 
Comparto Audio/Video: voto 9.5.



La conclusione della saga dedicata a Geralt di Rivia non poteva essere realizzata in modo migliore. Ci troviamo davanti a uno dei prodotti più eccelsi mai creati nell'industria videoludica, con una storia e una maturità eccezionali infarciti da una passione che trasuda in ogni singolo pixel. Dopo The Witcher 3 diventerete inevitabilmente critici verso il resto della produzione odierna che ancora si ostina a rendere "ignoranti" i prodotti che ci vengono venduti ogni mese pur di raggiungere ogni genere d'utenza. E il bello è che The Witcher riesce senza bisogno di sotterfugi o facilitazioni del gameplay: quando il lavoro è di qualità il successo è garantito. 


Forse il gameplay non è perfetto quanto il resto e qualche bug ha incrinato l'entusiasmo a molti, ma le continue patch degli sviluppatori (che continuano tutt'ora quasi a cadenza mensile) migliorano costantemente il titolo anche grazie alla comunità di modders che sarà in grado di rendere ancora più memorabile questa esperienza. Non voglio però definire The Witcher 3 un capolavoro; lo ritengo più  una pietra miliare dei videogiochi, perchè dopo tanti anni non pensavo che avrei mai visto tanta eccellenza in un prodotto del genere. Inutile stare qui a consigliarvi se comprarlo o meno. Questo titolo merita ogni singolo euro speso - si, anche i 60 della versione console - perchè davvero frutto di anni di lavoro incessante e figlio prodigio di una software house il cui desiderio è ancora, dopo tanti anni, quello di far divertire e sognare il proprio consumatore.

VOTO GLOBALE: 9.5

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